giovedì 5 aprile 2007
Il libro è morto, viva il libro
"Nel giro di quattro, sei anni la carta costerà troppo e i giornali spariranno.
Le notizie di leggeranno su schermi di plastica".
Nicholas Negroponte del MIT, marzo 2002.
Con queste parole, che trovo citate in giro per il web, Negroponte si riferisce alla morte dei quotidiani, sostituiti dalla loro versione online (gratis per tutti oppure a pagamento per gli abbonati). Una strada che è già stata in parte presa, se è vero che il New York Times abolirà la versione di tipografia per mantenere solo quella in internet, che comunque tutti i quotidiani già hanno.
Ma qualcuno vi ha anche voluto vedere la fine dei libri, nientemento, sostituiti dagli e-book, per cui lo stesso testo, anziché essere stampato, viene letto sullo schermo di un computer. In realtà in talune situazioni questo è già possibile da un po’ (ricordo di aver scaricato delle novelle di D.H. Lawrence da internet nel 1998). E ricordo anche di aver visto degli e-book del formato di un libro al Salone del Libro di Torino non oltre il 2000 (possibile che per costringere la gente a leggere bisogna per forza bombardarla di novità tecnologiche, ho pensato allora, a quando i testi di letteratura via sms ?).
Si possono fare tutte le considerazioni possibili sulla necessità di pubblicare online anziché stampare e sul perché lo schermo del computer sostituirà l’elemento cartaceo più o meno velocemente.
Ma il motivo per cui i libri di carta non moriranno (so che farà gridare di orrore i “professoroni”) è molto più pratico e, se volete, anche banale: a parte che nessuno ha voglia di perdere diottrie per leggere un romanzo, ma volete mettere la possibilità di leggere standosene spaparanzati in poltrona o sdraiati a letto ? Altro che seduti a una scrivania con la schiena diritta davanti a un computer (e non ditemi che si può stravaccarsi – passatemi il pessimo italiano perché è l’unico verbo che rende l’idea - con il portatile, perché non è la stessa cosa).
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