domenica 24 giugno 2007

Markets are conversations, ma molto spesso inutili  


I manager europei spendono circa due ore al giorno per gestire le comunicazioni via e-mail. E’ quanto emerge da uno studio dell'Henley Management College pubblicato nei giorni scorsi e commissionato da Plantronics. Lo si legge in un articolo del portale PMI.it.

L’e-mail è oggi il mezzo di elezione, più del telefono e più del colloquio di persona, e in alternativa all’uso del blog, al quale la maggior parte dei manager è ancora allergica, per intrattenere relazioni con i pubblici influenti.
Markets are conversations, dice il primo punto del Cluetrain Manifesto, sottolineando l’importanza di un dialogo costante con i proprio stakeholder.

Tuttavia, rivela il già citato studio, il 31 % degli intervistati dice che la metà dei messaggi di posta elettronica ricevuti sono irrilevanti.
I mercati sono conversazioni si sa, ma, evidentemente, molte sono conversazioni oziose.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

... solo la metà dei messaggi sono irrilevanti ???

Fortunelli !!!

:-)))

Enrica Orecchia ha detto...

penso che non comprendessero anche lo spam, ma solo i messaggi con qualche attinenza all'attività dell'azienda in questione. Altrimenti, certo, la percentuale di messaggi inutili diventa moooolto più alta.

Anonimo ha detto...

Probabilmente hai ragione ...

... attendo tua mail un saluto ...

Enrico Bianchessi ha detto...

Ciao Enrica, francamente non vedo come "alternativi" email e blog. L'mail è assolutamente personale e one-to-one, mentre non c'è dubbio che attraverso il blog la conversazione è sì (tecnicamente) one-to-one (io posto, tu commenti, io rispondo) ma è conversazione pubblica e, sottolineo, si prefigge di esserla, anzi è questo essere pubblica la sua stessa ragion d'essere. Rispondere a un cliente su un blog aziendale è , nella sostanza, comunque una conversazione one-to-many, dove i "many" potranno al loro volta esprimersi.

Enrica Orecchia ha detto...

Hai ragione Enrico, in realtà l’e-mail e il blog non sono alternativi ma complementari. Il blog permette eventualmente di allargare il discorso iniziato via e-mail prendendo spunto dalla domanda di un singolo cliente e rendere pubblica una domanda – con relativa risposta – che può essere di interesse generale, permettendo un approfondimento della questione con il coinvolgimento di molti. Magari anche a distanza di tempo, dato che i post restano sul blog e chiunque può vederli in qualsiasi momento. Un motivo per il quale secondo me molti dirigenti (o chi per loro) sono allergici al blog, oltre all’elemento di novità, soprattutto dal punto di vista tecnico, è che il blog non ti permette di rigirare le frittate. Mi spiego meglio, via e-mail tu puoi dire una cosa a uno e il contrario a quello che scrive dopo, e nessuno lo saprà mai (in linea di massima). Il blog invece è pubblico, ti obbliga alla massima trasparenza e quindi alla massima coerenza, altrimenti chiunque ti può pizzicare in contraddizione e allora non fai esattamente bella figura.

Enrico Bianchessi ha detto...

...Ecco perchè non tutti i manager (e non tutte le aziende)possono essere blogger. Perchè in fondo anche per le aziende è un problema di "personalità", di cultura, di trasparenza. Ripeto, non è da tutti.

Anonimo ha detto...

... non è da tutti, ma sarebbe meglio che lo fosse ...

;-)