giovedì 1 marzo 2007

Vodafone cavalca la tigre Bersani e si fa bella a poco prezzo  


Vodafone ha inviato ieri, 28 febbraio, un sms a tutti i suoi utenti, spiegando che dal 4 marzo i costi di ricarica ( i 5 euro che l’utente pagava ogni volta che acquistava una scheda ricaricabile) sono eliminati.
Di fatto Vodafone anticipa di un giorno l’entrata in vigore del decreto Bersani, prevista per il 5 marzo.
Nel sito internet di Vodafone (www.vodafone.it) si dà ampio risalto all’operazione.
Ora, a parte il fatto che anticipare di un giorno non fa grande differenza (tanto valeva fare bella figura e anticipare di una settimana), in realtà Vodafone parla dell’inziativa come se fosse farina del suo sacco, una libera scelta per iniziare con i propri clienti una relazione improntata a criteri di maggiore correttezza. Il titolo della sezione sul sito internet recita infatti “Vodafone elimina i costi di ricarica”.
Vodafone non elimina un bel niente: è il ministro Bersani che impone a tutti gli operatori di telefonia mobile di allinearsi agli standard europei che non prevedono tali costi. Non ci vuole un genio per supporre che senza il decreto gli operatori non avrebbero eliminato questi costi né ora né mai. E gli utenti, dopo aver sostenuto per anni delle spese che i cittadini dei paesi confinanti non avevano, si sentono anche prendere in giro da facce di bronzo che, costrette a fare di necessità virtù, cercano anche di far credere di avere dei meriti.
Meglio sarebbe stato attuare iniziative del tipo offrire ai proprio utenti di vecchia data (quelli che di costi di ricarica ne hanno sopportati un bel po’) una parte di traffico gratuito, oppure una promozione scontata. Come dire: io operatore elimino il costo di ricarica perché sono obbigato, ma visto che te l’ho sempre fatto pagare non tanto giustamente, ti dimostro che ho buona volontà e ti vengo incontro compensandoti in questa maniera.

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