Mi riferisco al caso di Raffaella F., l’operaia della Faip di Vaiano Cremasco (Cremona) a cui l’azienda ha fatto trovare sotto l’albero di Natale un bel licenziamento a mo’ di pacco dono.
Come tutti sanno ormai (la notizia è della settimana scorsa), Raffaella è stata licenziata dopo una complessa e disperata trattativa in cui la donna ha tentato di tutto per salvarsi il posto di lavoro. Motivazione: aveva chiesto mezz’ora di flessibilità al suo orario per andare a prendere la figlia a scuola.
Nonostante la disponibilità della lavoratrice, divorziata e nell’impossibilità di affidare la bambina ad altri, di recuperare il tempo sottratto al lavoro o rinunciare alla parte di stipendio corrispondente, l’azienda ha preferito lasciarla a casa. La questione è finita in tribunale, dove sarà discussa il 9 gennaio.
In tempi in cui tante aziende si avvicinano alle tematiche della Responsabilità Sociale di Impresa, a cui si riconducono anche le uguali opportunità per le lavoratrici, e a pochi giorni dall’inizio di quello che è stato proclamato l’anno europeo delle pari opportunità, il comportamento dei dirigenti Faip, mentre sconvolge per la sua disumanità, non manca di stupire per l’ottusità e la mancanza di lungimiranza.
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