Le relazioni pubbliche sono un motore di progresso nelle aziende. E’ un circolo virtuoso: le aziende più innovative fanno relazioni pubbliche e questo contribuisce al loro modernizzarsi. Le relazioni tra persone (i pubblici sono fatti di persone, ricordiamolo) sono quelle che creano un’azienda. Anche le realtà nate dall’idea di un singolo imprenditore si realizzano e vanno avanti grazie al lavoro di molte persone. All’intero e all’esterno dell’azienda. Qual è il collante che le tiene insieme ? I rapporti tra di loro, le relazioni appunto. Senza relazioni non ci può essere azienda. Anche le aziende che non comunicano in maniera sistematica e organizzata, che non fanno “relazioni esterne”, intrattengono comunque relazioni. Quelle tra la proprietà e i dipendenti, quelle con i fornitori, con le banche, con i clienti, come minimo.
Le relazioni modificano l’azienda. L’azienda è un sistema aperto, anche se è chiusa, chiusissima per mentalità. Che un’azienda sia impermeabile dall’esterno è un’illusione. Le influenze esterne penetrano al suo interno, dall’interno escono input verso l’esterno e questo flusso bidirezionale apporta continue modifiche allo status quo.
Anche le persone neo-assunte portano qualcosa che prima non c’era. Chi se ne va, invece, anche se sostituito, porta con sé qualcosa di suo, di insostituibile. I rapporti cambiano, il clima interno cambia. Non c’è niente di immobile, di immutabile in un’azienda. E’ un organismo vivo che, come un corpo umano, subisce continue trasformazioni, anche se non tutte sono sempre e immediatamente percepibili.
Le aziende che coltivano le relazioni, al proprio interno e con l’esterno, progrediscono più velocemente delle altre. E sopravvivono quando le altre vanno in crisi e chiudono. Se c’è contrazione di mercato la sentono meno.
Infatti le aziende fondate sulle persone (anziché sui macchinari, sul marketing, sulla finanza) godono dei benefici che la valorizzazione delle persone porta con sé: le idee, l’impegno, la creatività, lo spirito di iniziativa, la proattività, la propositività, talvolta anche l’abnegazione.
Le aziende che mettono al centro le persone creano e favoriscono relazioni fondate sulla fiducia, sul dialogo, sulla negoziazione, sulla trasparenza. Anche dove esistono, le gerarchie sono più sfumate, meno rigide, meno penalizzanti per chi non ne occupa il vertice. Le informazioni circolano più liberamente, non solo con modalità top-down ma anche bottom-up. Valori fondanti, mission e vision sono conosciuti e condivisi. Perché questo sia possibile sono stati prima meditati e poi messi sulla carta. Tutti sanno esattamente in che direzione si sta andando. Se ci sono dei problemi non sono nascosti ma palesati, si cercano soluzioni condivise. Soprattutto si cercano soluzioni anziché focalizzarsi sui problemi o individuare capri espiatori. Anche se l’azienda non è sui social network c’è apertura all’esterno. Le selezioni del personale sono rivolte a chiunque abbia i requisiti per la posizione ricercata (non solo agli amici dei conoscenti degli amici), la comunicazione di prodotto è chiara, esaustiva, il cliente sa esattamente che cosa sta acquistando e che diritti ha. Il merito è riconosciuto e premiato. Le criticità sono affrontate nell’ottica di superarle, non di tagliare delle teste. Le responsabilità sono esplicitate, ognuno sa quello che ci si aspetta da lui (o lei).
Nelle aziende di tal sorta, non sono solo le competenze in senso stretto che sono importanti per il raggiungimento dei risultati, conta anche il fatto che le doti umane possono esprimersi in maniera più libera, non più imbrigliate dalle gerarchie, irrigidite dalla paura di agire.
Tutto ciò è possibile solo coltivando relazioni aperte e positive, “win-win”, in cui i pubblici – interni ed esterni - sono tenuti nella giusta considerazione. Sono perciò invogliati ad aiutare l’azienda a raggiungere i suoi obiettivi che, se le relazioni sono state ben gestite, in buona parte coincidono.
La sfida del 21esimo secolo per le aziende sarà questa, comprendere l’importanza del fattore umano e delle relazioni con tutti i propri pubblici, che non potranno più essere trascurate, ma dovranno essere coltivate, curate con crescente raffinatezza, perfezionate.
3 commenti:
E' interessante quanto il potere della comunicazione sia il pilastro necessario per costruire relazioni durature tra imprese, ma purtroppo non parliamo tutti la stessa lingua nel Mondo...
Noi cerchiamo proprio questo in effetti; non "vendiamo" traduzioni ma mettiamo in contatto persone che parlano lingue e culture differenti.
Avere il controllo della parola, in tutte le sue forme e nelle sue grafie è quello che cerchiamo di raggiungere ogni giorno con il nostro lavoro.
www.globalvoices.it
il sistema di relazioni di un'azienda è strumento indispensabile per affrontare questi tempi di crisi e difficoltà.
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