Leggendo un post di Pranista sulla reputazione, riflettevo nuovamente sulla discrepanza tra quest’ultima e l’immagine, su cui mi ero già soffermata un po’ di tempo fa.
E mi sono accorta che c'è un’altra importante differenza, che non avevo menzionato.
L’immagine, costituita da una serie di atti in maggioranza comunicativi (pubblicità, sito web, cataloghi e materiale promozionale, eventi, comunicati stampa, ecc) potrebbe risultare fuori dalla portata di molte aziende che ultimamente non nuotano nell’oro.
La reputazione invece si basa per lo più sui comportamenti e sui fatti, è quindi molto meno costosa, in termini di investimenti in denaro.
La crisi economica è quindi un'ottima occasione per fare di necessità virtù e impegnarsi per migliorare la reputazione con poca spesa, agendo dall’interno della propria realtà.
Quando sarà il momento di tornare a investire in immagine ci si troverà con un patrimonio concreto fondato su best practices ormai acquisite (e quindi più facili da mantenere), quali fondamenta su cui costruire progetti comunicativi che abbiano dei contenuti reali, anziché essere solo del fumo negli occhi.
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