Chi si occupa di relazioni pubbliche in azienda avverte sovente la necessità di differenziare la propria area di competenza dal marketing, per evitare che la propria funzione ne sia assorbita, perdendo la sua identità e riducendosi a strumento di supporto dei programmi altrui.
Che cosa delle relazioni pubbliche non è assolutamente marketing ?
In quali situazioni si deve comunicare senza parlare di prodotti/servizi, target, posizionamento, canali di vendita, ma dell’azienda nel suo complesso ?
Ecco un elenco delle principali.
Le relazioni con le istituzioni pubbliche (Comune, Provincia, Regione, stato, enti territoriali, ecc). Qui si parla di come l’azienda si pone sul territorio, più o meno vasto, governato da una amministrazione, nel rispetto delle leggi e dei regolamenti, e del contributo che può apportare in termini di sviluppo economico, impulso all’occupazione, rispetto dell’ambiente, finalità sociali (per esempio la costruzione di un asilo nido aziendale aperto anche ai figli di non dipendenti).
Le relazioni con associazioni senza scopo di lucro. Per esempio associazioni di ambientalisti interessati allo sviluppo di programmi aziendali di salvaguardia dell’ambiente. Oppure associazioni di sostegno dell’handicap in cerca di fondi, che potrebbero contribuire al buon nome dell’azienda in certi ambienti. O ancora enti di formazione che possono inserire allievi per stage.
Le relazioni con i dipendenti. Ancora troppo spesso la comunicazione interna è trattata alla stregua di una cenerentola, come se il fatto che i dipendenti si trovino già “sul posto” rendesse superfluo dialogare con loro.
Le relazioni con le banche. La comunicazione della propria situazione economico-finanziaria è diventata ancora più importante dopo l’entrata in vigore degli accordi di Basilea 2, e quindi di parametri di concessione del credito bancario più rigorosi e obiettivi. Ne consegue la necessità di saper comunicare al meglio il proprio benessere economico.
Le relazioni con gli investitori. Queste riguardano più specificamente le aziende quotate in borsa, ma il succo non cambia: se l’azienda non dimostra chiaramente di avere una solida posizione economica gli azionisti potrebbero fare altre scelte.
Le relazioni con la stampa. Ovviamente quelle che non riguardano i prodotti/servizi offerti. Questa categoria comprende tutti quei comunicati stampa, interviste, contatti con i giornalisti, in occasione di avvenimenti aziendali di un certo tipo. A seconda dei casi sarà l’inaugurazione di una nuova filiale, il trasferimento presso una sede più grande, una joint venture in un altro paese, un cambio ai vertici aziendali, l’acquisizione dell’azienda da parte di un gruppo, ecc. Tutte quelle notizie che i giornalisti pubblicano perché di interesse per i lettori, anche se non (proprio perché non ?) comprendono la citazione che è appena stato lanciato l’aspirapolvere X.
Come si può vedere, la necessità di una differenziazione, almeno teorica, delle due discipline non è pura accademia, ma serve anche per ricordare alle aziende l’esistenza di questi ambiti delle relazioni pubbliche, importanti quanto spesso trascurati, fino a che non si è chiamati in causa da eventi esterni e ci si trova a doversene occupare senza aver costruito la giusta rete di relazioni.
2 commenti:
Aggiungo che le relazioni pubbliche servono per creare un rapporto di benevolenza tra le parti tramite la reciproca relazioni mentre il marketing ha una base di pianificazione economica.
Come strumento per la gestione delle "relazioni pubbliche" ti suggerisco di dare un'occhiata a Facebook, secondo me potrebbe riservare qualche sorpresa in un prossimo futuro ;)
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