martedì 7 agosto 2007

Il Conversational Analyst: la risposta ai problemi tra azienda e agenzia di comunicazione ? 

Partendo dall’assunto no. 1 del Cluetrain Manifesto che i mercati sono conversazioni, nel suo post Fire your PR firm ? James Clark lancia una provocazione: licenziate la vostra agenzia di relazioni pubbliche.
E, se proprio non volete fare da soli, assumete un consulente che sia veramente “smart”, in gamba. E traccia il ritratto di una nuova figura di professonista delle errepì. Qualcuno in grado di interagire con i clienti, anche potenziali, intrattenendo con loro delle conversazioni in maniera costante, paritaria, chiara, trasparente, costruttiva e in tempo reale. Queste conversazioni esistono sia offline sia online per cui, sostiene Clark, se la vostra agenzia non è in grado di partecipare a entrambi i mondi, licenziatela. E sostituitela con un Conversational Analyst. Un analista di conversazioni.
Con le seguenti caratteristiche, che cito testualmente (il corsivo è nel testo originale):

Must have mainstream media experience as a journalist or communications practitioner. Strong social and analytical capabilities. Has experience with and enthusiasm for blogging, podcasting, RSS feeds, tagging, wikis, e-mail publishing, web analytics, cross-campaign management, adserving, affiliate marketing and online news aggregators. Has maintained a personal or corporate blog for at least one year. Has managed pay-per-click search marketing campaigns across Google, Yahoo, Looksmart, and other services. Can read and understand web analytics and tell a client with confidence what market to speak to. […] HTML skills required.

Che sia finalmente la soluzione ai problemi delle aziende che non sanno a chi affidarsi ? E in caso affermativo, quante figure professionali con quelle caratteristiche ci sono oggi in Italia ?

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Fioccano nuovi ruoli, nuove professioni o solo nuovi nomi privi di ogni contenuto?
Dal web 2.0 che ancora nessuno sa definire con chiarezza al guerrilla marketing, confuso con il viral marketing e poi lo street marketing...
Stasera, per cambiare campo, alla radio ho sentito parlare di odontoiatria psico-morfo-somatica...
Inizio ad avere paura:)

Il bottegaio ha detto...

In alcuni casi, credo che prima di stabilire il "come" ed il "chi", sarebbe utilissimo che l' azienda stabilisse il "cosa" comunicare.
E soprattutto che non si aspettasse da altri (che sono appunto il "chi") quello che fa' parte della struttura dell' azienda, non della sua promozione.......

Anonimo ha detto...

Interessante la Vision di Steve, è un modo concreto di affrontare il problema che esiste purtroppo.