I provider italiani dovranno oscurare i siti che “diffondono, distribuiscono o fanno commercio di immagini pedopornografiche”.
Lo impone un decreto firmato il 2 gennaio dal ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni, e che entrerà in vigore il 2 marzo, il tempo di permettere agli Internet Service Provider di dotarsi di strumenti in grado di bloccare i siti di pedofilia e pedopornografia. Il blocco dovrà essere attuato entro 6 ore dalla comunicazione della Polizia postale e delle comunicazioni.
Pur se il decreto non ha nessun potere sui provider stranieri - anche se il Ministro sta lavorando per allargare agli stati dell’Unione Europea lo stesso provvedimento e sta prendendo accordi con altri stati esteri per raggiungere una collaborazione più ampia possibile - si tratta di un segnale molto chiaro.
Di fatto, una attribuzione di responsabilità ai Provider che permettono a siti di contenuto illegale, come quelli pedopornografici, di operare indisturbati, pubblicando disclaimer in cui si declina ogni responsabilità riguardo ai contenuti dei siti che usufruiscono del servizio da loro fornito.
Il mezzo è il messaggio, diceva McLuhan, e da oggi il prestatore del mezzo non potrà più lavarsi le mani se permette, non intervenendo, a messaggi illegali di circolare.
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