martedì 10 luglio 2012

I sette peccati dei relatori pubblici. Secondo: non rispettare le deadline

Questo è il secondo post di una serie di sette, ispirati all’articolo di Dorothy Crenshaw sui 7 peccati dei relatori pubblici, tratto dal sito Ferpi.

Il secondo peccato secondo la Crenshaw è:

Non rispettare le deadline. Un’occasione mancata sui media. Una proposta inviata troppo tardi. Una buona idea partorita quando sono usciti già troppi articoli. Questa è un errore tattico. Le deadline sono sacre nel gioco delle Rp e mancarne una è un crimine punibile con l’espulsione dal business.
(traduzione del testo tratta dall’articolo di Ferpi).

Non rispettare le deadline significa molto di più che inviare i comunicati stampa in ritardo: vuole dire sostanzialmente non saper cogliere le occasioni e, peggio ancora, non vedere i rischi.

Una delle capacità che fondano l’attività del relatore pubblico è quella di tenere gli occhi e le orecchie ben aperti e il cervello attento agli stimoli del mondo esterno, in modo da approfittare delle occasioni non appena si presentano. Tra le competenze che il relatore pubblico dovrà obbligatoriamente possedere in futuro Toni Muzi Falconi indica “curiosità e inquietudine”:

E inoltre:

Una conoscenza professionale delle piattaforme dei media sociali – I professionisti devono sapere come utilizzare questi strumenti che hanno messo la vera potenza del social web a portata di tutti.

Un relatore pubblico non può più esimersi dal saper cogliere prontamente gli stimoli dell’ambiente esterno all’organizzazione (ma è indispensabile farlo anche per quello interno) e dall’essere presente e attivo là dove la gente si ritrova anche virtualmente.

Chi dorme tra quattro guanciali potrebbe farsi sfuggire delle questioni importanti: le issue che, se non affrontate in fase iniziale, quando possono essere gestite in maniera favorevole all’azienda, potrebbero con il tempo suppurare, se ignorare, e creare pericolose infezioni nel tessuto sociale e relazionale in cui l’organizzazione è inserita, costringendola al rischioso gioco di difesa della comunicazione di crisi.

Sempre Toni Muzi Falconi inserisce tra le competenze del professionista di relazioni pubbliche la capacità di raccogliere dati (desk analysis) e identificare le questioni chiave (issue analysis), come competenze non fini a se stesse ma propedeutiche all’identificazione dei pubblici di riferimento (ogni issue ha il suo pubblico) con cui l’azienda dovrà entrare in relazione. Che è poi il nucleo del suo lavoro.

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