giovedì 28 gennaio 2010

Decalogo 2010 per il relatore pubblico della piccola impresa

Chiariamo subito che qui si parla di MPI (micro e piccole imprese, fino a 50 dipendenti e tra i 2 e i 5 milioni di fatturato) e che molte di queste realtà, soprattutto in provincia, sono alquanto al di sotto del tetto massimo, quanto a dipendenti e fatturato.

Le caratteristiche particolari di queste aziende fanno sì che il relatore pubblico che vi opera si trovi ad affrontare delle sfide diverse da coloro che curano la comunicazione e le relazioni esterne nelle multinazionali.

Senza avere la pretesa di essere un vero e proprio decalogo, questa serie di annotazioni mettono in luce queste specificità e propongono alcuni spunti su come affrontarle.

1. Ricordati che sei una rarità: anche se le statistiche ci dicono che le MPI sono una bella percentuale delle industrie italiane (il 95 % se si considerano le PMI), di solito non assumono figure dedicate alla comunicazione. Tienilo presente e sappi che lavori per un imprenditore illuminato, che investe in un settore che per molti è solo un costo da tagliare.

2. Molto probabilmente non ricopri un ruolo strategico ma un ruolo operativo, gestendo la comunicazione secondo le direttive che ti vengono dall’alto. Non preoccuparti: puoi dare un contributo rilevante anche così.

3. Inoltre, lavorando in un ambiente piccolo, hai la possibilità di curare tutti gli aspetti della comunicazione, e quindi di imparare di più.

4. Nella maggior parte dei casi avrai a disposizione un budget ridotto: sfrutta la mancanza di risorse economiche per spremerti le meningi e diventare creativo. Di creare inziative roboanti con tanti soldi sono capaci (quasi) tutti.

5. Se lavori in provincia punta a diffondere la conoscenza della tua organizzazione in ambiti più vasti (con il web i confini sono il mondo) ma non sottovalutare il ruolo che la piccola stampa locale può avere nel contribuire alla reputazione della tua azienda.

6. Le relazioni con i media locali sono più facili di quelle con la grande stampa, le notizie rilevanti sono meno e maggiori gli spazi da riempire, mentre i giornalisti sono sempre a caccia di notizie. Per poter sfruttare la situazione, bisogna però che si tratti di vere notizie e non di pubblicità di prodotti travestite.

7. Nelle MPI comunicazione è spesso sinonimo di produzione di depliant e cataloghi cartacei. Non neghiamo che siano importanti ma cerca di non limitare a questi la tua sfera di azione. Amplia la comunicazione il più possibile. Negli ambienti piccoli è facile avere la sensazione che ci sia poco da comunicare. Quindi dovrai andare a caccia di informazioni come un segugio e rivoltare ogni possibile indizio come un calzino, per scoprirne il lato eventualmente interessante per il pubblico.

8. Aggiorna il sito internet (soprattutto la sezione delle News se è presente). Non commettere l’errore di affidare la gestione completa del sito a una web agency che, una volta realizzatolo, non ha più interesse ad aggiornarlo. Il sito è una cosa viva, va curato e nutrito.

9. Se ti trovi a lavorare con un’agenzia di comunicazione per la realizzazione di supporti comunicativi, web o cartacei, ricorda che è l’agenzia al tuo servizio: sei tu che gestisci la comunicazione dell’azienda e sei al corrente degli obiettivi, affidati a loro per le questioni tecniche (grafica, ecc.) ma non perdere di vista il quadro generale e tieniti l’ultima parola nelle decisioni.

10. Infine, ti potrà capitare che ti si chieda di occuparti anche di altro, oltre che di comunicazione. Le MPI – e più sono piccole e più frequentemente ciò accade - tendono a utilizzare il personale a 360°, al di là del ruolo per il quale le persone sono state assunte. Se capita, non lamentarti, ma approfittane per apprendere nuove competenze.

4 commenti:

montanaripaolo ha detto...

Buongiorno Enrica,
complimenti per il post! Sono d'accordo con tutti questi punti, aggiungerei di dare molta attenzione ai tools social, possono fare veramente la differenza. Linkedin, Twitter, Facebook, Slideshare etc, se utilizzati con piglio grintoso, hanno potenziali enormi, soprattutto nelle MPI. E il budget è bassissimo.

Enrica Orecchia ha detto...

Hai ragione Paolo, i social tools sono a basso costo. Il problema è che tavolta i piccoli imprenditori hanno ben poca familiarità con questi strumenti e tendono a vederli in modo piuttosto sospettoso. L'opera di convincimento e di educazione che un relatore pubblico si trova quindi a dover fare non è sempre facile. Al contrario, l'indice di gradimento dei cataloghi patinati è spesso molto alto, così come il budget necessario per realizzarli.

Luca Fantin ha detto...

eh però per i social tools consideriamo il tempo speso e associamoci una quantità monetaria (come è giusto che sia).

il "basso costo" diventa relativo non credete?

Enrica Orecchia ha detto...

Certo, il tempo va quantificato, perché è denaro, nel senso che il tempo per scrivere un post potrebbe dover essere tolto ad altre attività. Tuttavia credo che un post ogni 15 giorni sia alla portata di molti, e contribuirebbe a dare l'impressione di un'azienda viva e aperta al dialogo. Non è necessario che una piccola azienda si metta pubblicare tutti i giorni anche a costo di trascurare priorità o urgenze. Il blog è uno dei tanti strumenti a disposizione, e come gli altri va usato cum grano salis anche se la apparente facilità, una volta che ci si è presa la mano, beninteso, potrebbe indurre ad esagerare, almeno all'inizio quando costituisce una novità.