sabato 10 novembre 2007

Niente alcolici dopo le 2, una nuova immagine per le discoteche 


Il divieto di vendere alcolici e superacolici nei locali dopo le 2 di notte ha fatto crollare gli incassi, si lamentano i gestori delle discoteche.

A sentire loro, erano già rovinati quando è passata la legge contro il fumo. A distanza di un po’ di tempo, non è difficile constatare che sono sopravvissuti tutti benissimo.

Le situazioni cambiano e si evolvono, in qualsiasi tipo di mercato, gli imprenditori lo sanno bene. Quelli che hanno successo sono quelli che sanno adattarsi alle novità, e qualche volta precorrere i cambiamenti.

In un ambiente privo di fumo, quindi più sano, non viene anche voglia di bere più genuino ? E se invece che piangersi addosso i gestori dei locali non incentivassero la vendita di bevande “salutiste”: cocktail analcolici, spremute di frutta biologica, integratori salinici per chi ha ballato tutta la sera ?

Potrebbe essere l’inizio di una nuova, redditizia, moda: la sensibilità per l’argomento, considerato il successo dei club del fitness e del mangiare biologico, non manca.

La discoteca, da locale fumoso dove ci si sballa con i superalcolici diventerebbe un ambiente sano in cui respirare e bere salute.

1 commento:

Enrico Bianchessi ha detto...

Enrica, il tuo suggerimento è sensato , e mi ricorda un parallelo, sia pure imperfetto, con il mondo della fotografia squassato dall'avvento delle foto digitale : niente più pellicole, niente più sviluppo , stampa fatta in casa etc. Insomma un elemento quasi "esterno" che si abbate su un mercato cambiandone radicalmente regole e player di riferimento. Si possono A) innalzare grida lamentose al cielo B) cogliere l'occasione per offrire servizi alternativi a chi magari non sa gestire, elaborare, correggere recuperare foto venute male etc , nuovi servizi di stampa, etc etc . Fermo restando, nello specifico dei super alcolici, che francamente se crolla il busienss in questione tanto meglio. Con le dovute differenze, è un po' come se qualcuno si lamentasse del fallimento di un rivenditore di mine antiuomo. c'è business e business...